Categoria: Gallery

#storytellme: la magia di “Johann Sebastian Circus” del Circo El Grito

Beat ostinato, synth spaziali, frasi estrapolate da un sketch col pubblico e mandate in loop durante la performance, la magia del circo sospesa fra volteggi in aria, danza ed equilibrismi esasperati. Ieri è iniziata ufficialmente la mia avventura col @teatropubblicopugliese. Seguirò infatti tutta la stagione teatrale di Fasano per il progetto Storytellme. Questo era Johann Sebastian Circus del Circo El Grito… Grazie Teatro Pubblico Pugliese e ci rivediamo presto su questi schermi 😊

Uno spettacolo onirico e visionario, risultato di una ricerca sul rapporto tra circo e musica, realizzato con un esperimento di 3 anni di laboratorio ambulante in diverse piazze di Europa, a cui hanno partecipato artisti di tutte le nazionalità. Bach è tornato e si adegua alla nuova musica, obbligando a numeri strambi i suoi musicisti e i danzatori. Fra di loro c’è un clown che cerca l’equilibrio in una vita stonata e una giovane e timida danzatrice che sogna di poter volare nell’aria. Una spericolata acrobata aerea, un clown equilibrista e un musicista multistrumentista prendono per mano il pubblico e l’accompagnano nella loro quotidianità, nei loro ricordi, nelle loro fantasie. Spettacolo adatto a tutta la famiglia, in Johann Sebastian Circus il carattere multidisciplinare del circo contemporaneo, con le sue danze, giocolerie ed acrobazie, incontra il potere della musica.

Tra trulli, luce e suoni: la mia esperienza all’Alberobello Light Festival

Otto opere realizzate da artisti provenienti da tutto il mondo, otto installazioni che declinano in maniera diversa la stessa materia: la luce. Alberobello ha ospitato la seconda edizione di “Life – Alberobello Light Festival”, il light show che ha illuminato dal 30 settembre all’8 ottobre la Città dei Trulli dichiarata patrimonio dell’Umanità dall’Unesco.

Le 8 installazioni (realizzate da artisti provenienti da Canada, Croazia, Francia, Italia, Portogallo e Slovenia) hanno attirato dal tramonto a mezzanotte migliaia di visitatori da tutto il mondo. Fra quei visitatori c’era il sottoscritto, invitato la scorsa settimana dagli organizzatori e da Igers Valle d’Itria (grazie Eligia e Benedetta!) per il LIFE Instawalk insieme ad altri 11 instagramers. Armati di macchine fotografiche e smartphone (io ho portato con me la Fuji XE-2 col Fujinon 18-55mm e il Samyang 12mm, oltre al mio Honor 8) abbiamo fatto un bellissimo giro fra i vicoli di Alberobello, immersi in un’esperienza sensoriale a 360 gradi.

Siamo partiti con “Residence of Light and Music”, un’installazione composta da tre panche luminose che potevano essere “suonate” dai visitatori attraverso alcuni controller montati sulle panche stesse. Dopo è stata la volta di tre installazioni poste nella stessa zona: “Never Ends” (un cavalluccio montato su una pedana luminosa composta da tanti fasci LED), “1000 Lights” (un prato luminoso composto da tantissimi fiori luminosi realizzati con plastica riciclata e LED) e “Magic Garden” (altra opera nella quale hardware e software si legano in maniera indissolubile, con un cubo verde pieno di sensori di controllo che captava il movimento della mano del visitatore e lo modulava per poi trasmetterlo a tanti piccoli funghetti LED e ad una console musicale).

Il ritrovo del LIFE Instawalk al Belvedere di Alberobello

La vicina Chiesa di Sant’Antonio ospitava poi “Virtual Aquarium”, un acquario interattivo dove i visitatori potevano realizzare dei pesci personalizzati attraverso un apposito pannello touch screen. Abbiamo poi chiuso il nostro giro con “Quintessenza”, una video installazione che ha trasformato il Trullo Sovrano in un’opera platonica. Platone nel “Timeo” tratta le origini e il funzionamento del cosmo, ipotizzando che la materia sia composta da quattro particelle fondamentali aventi la forma dei primi quattro poliedri regolari e corrispondenti ai quattro elementi tradizionali, a cui si aggiunge il concetto di “quintessenza” che racchiude il quinto elemento, l’universo. Attraverso la fusione di musica e immagini Quintessenza si proponeva come un’esplorazione sensoriale tra il concetto di Platone e la natura.

Con gli amici di Igers Valle d’Itria e gli organizzatori di Alberobello Light Festival

In tutto questo non vi ho parlato ancora dell’opera che mi è piaciuta di più… La maggior parte dei miei scatti è concentrata su “In Parallel”, un’installazione realizzata da due ragazzi sloveni e composta da tanti solidi incastonati in un reticolo di fili esaltati dalle lampade ultraviolette e da una colonna sonora ambient piuttosto funzionale all’idea “spaziale” dell’opera.

“In parallel” in bianco e nero… Il reticolo in B/W fa comunque la sua bella figura 🙂

Al termine ci siamo recati alla pizzeria Basilico Rosso Gourmet, dove fra le altre specialità abbiamo gustato LI.FE, la pizza speciale ideata dallo staff esclusivamente per questo Festival. Mozzarella, caciocavallo, tartare di manzo, crema di spinaci, mandorle a fette e petali di fiori eduli essiccati, il tutto su un impasto realizzato con una speciale acqua nera a base alcalina. Non sono fanatico della cucina esoterica e la carne cruda mi schifa abbastanza, ma vi assicuro che è stata un’esperienza comunque unica!

La pizza speciale “Li.Fe”

Il giorno dopo tutto contento ho preso la mirrorless per scaricare le foto e ho avuto l’amara sorpresa: per non so quale motivo non avevo gli scatti in RAW+JPEG ma solo in JPEG… Volendo avere il completo controllo sull’immagine (per pasticciare ancora meglio con Lightroom e Photoshop) ho quindi deciso di andare nuovamente ad Alberobello per rifare un po’ di foto. Avendo quindi più calma ho deciso di cambiare setup: Fuji XE-2 + Samyang 12/2 per i grandangoli, e Nikon D600 + Nikon 50/1.8 per il resto. Ho rifatto il mio bel giretto, non disdegnando una breve sosta da Martinucci per un gelato davvero ottimo!

Ecco il risultato di questa due giorni, spero vi piaccia!

Ecomostro Viale Europa: foto e immagini dell’abbattimento del rudere

Dopo l’inizio della campagna elettorale con gli appuntamenti del weekend, la settimana che porterà alla domenica delle Palme si è aperta con un evento storico: sono infatti iniziati i lavori di abbattimento dell’ecomostro in Viale Europa, un gigante di cemento e ruggine ben impresso nella memoria dei cittadini di Martina Franca e di chiunque transiti per la circonvallazione. Il capitolo di oggi arriva a ben 34 anni dall’avvio del cantiere, fermato dopo poco dai sigilli e poi dal fallimento della società costruttrice, che lasciò in eredità alla città l’ennesima opera incompiuta e un vero e proprio scempio sull’affaccio alla Valle d’Itria, salito alla ribalta delle cronache diversi anni fa per l’incidente che vide protagonista un ragazzo di Martina Franca, feritosi gravemente in seguito alla caduta accidentale da una delle travi della struttura.

Questa mattina profetico era stato un post dell’ex assessore ai lavori pubblici Gianfranco Palmisano, che sui social aveva scritto “Tra poco in diretta Facebook importanti novità per Martina Franca”. Ad ora di pranzo è poi partito il tam tam delle dirette video, prima con lo stesso Palmisano (“Questi sono i fatti #peramoredimartina”) e poi con l’ex sindaco Franco Ancona (che ha commentato con un “Oggi si fa la storia #andiamoavanti #peramoredimartina”).

Dopo poco è stato il turno dell’ex assessore all’ambiente Stefano Coletta, che sempre su Facebook ha commentato così: “Far cadere una Amministrazione non significa fermare il processo di evoluzione iniziato 4 anni fa. A prescindere dal quadro politico attuale, questo è un grande successo della scorsa amministrazione Ancona. Si può gridare dai teatri quanto si vuole, si può mettere insieme tutto ed il contrario di tutto pur di vincere, ma i FATTI rimarranno impressi nel cuore e nelle menti delle persone. Ci vediamo presto! #ciaoecomostro”.

Una vittoria dell’ex amministrazione di centrosinistra che oggi ha comunque ben poco da festeggiare tra la fuoriuscita di diversi personaggi (accasatisi al centrodestra), una quadra elettorale ancora da trovare e un candidato sindaco (lo stesso Ancona) ancora da ufficializzare.

Diatribe politiche a parte, i lavori vedranno impegnati i mezzi per diverse settimane. E a chi invocava verde e spazi pubblici, sempre Coletta ha risposto che purtroppo si tratta di spazi privati e che ci sarà comunque un altro palazzo “dopo 3 anni di iter per arrivare al permesso a costruire e relativo abbattimento dopo 33 anni che l’ecomostro era li”.

Insomma, una vittoria a metà e un altro immobile (il progetto parla di 5 piani) pronto ad occupare gli spazi presi dall’ecomostro per oltre 30 anni. Termine dei lavori, il 12 ottobre 2018.

(articolo originariamente pubblicato per Valleditrianews)

Metti una domenica con Igers_Taranto: #InConSuPerMassafra fra storia, natura e buon cibo

Una bella domenica tra bellezze visibili e nascoste, botteghe cartapestaie e vicoli, tutto condito da ottima compagnia, buon cibo e vino. Potrei riassumere così “#InConSuPerMassafra”, il secondo Instawalk nella provincia jonica organizzato domenica 29 novembre da Igers_Taranto.

Con la preziosa collaborazione della Nuova Hellas di Massafra e accompagnati dall’instancabile e preparatissima Raffaella (se per caso mi leggi, grazie mille per le interessantissime e mai banali spiegazioni che ci hai riservato!) abbiamo ammirato cripte bizantine cariche di storia e colori, scorci di città splendidamente immersi nel verde, gravine dal paesaggio quasi lunare, maestri pieni di passione che plasmano sogni e tecnica miscelando cartapesta e sapiente meccanica. La giornata ci ha aiutato, fornendo uno splendido cielo blu che da bravi igers abbiamo prontamente sfruttato nei nostri scatti, senza alcun uso di filtri esasperati!

Massafra – lo ammetto – è stata una città che fino alla scorsa domenica avevo visitato solo due volte, avendo ricavato un’impressione piuttosto incolore. Con #InConSuPerMassafra ho cambiato idea, scoprendo invece una città che ha tanto da dare e da dire, specie agli occhi più curiosi.

In particolare mi sono soffermato sui colori delle opere nelle cripte bizantine, che ci è stato spiegato sono strettamente legati alla variazione di umidità dei tufi che le ospitano: in caso di forte umidità i muri si impregnano di acqua che rende le opere vivide e luminose, quando invece le giornate sono secche i colori si ricoprono di calcare, divenendo smorti. Ad una precisa domanda degli igers, la brava Raffaella ci ha spiegato che purtroppo tanti sarebbero gli interventi di conservazione e restauro da fare, tutte cose che si scontrano con gli scarsissimi fondi messi a disposizione dalle istituzioni (una novita, eh?).

Altro punto di interesse sono state le gravine, col loro fortissimo contrasto di colori fra il verde della vegetazione, il bianco delle rocce e il blu del cielo, tutto col bellissimo castello sullo sfondo. A causa della ampia escursione tonale fra le rocce e il cielo, ho ottenuto alcune foto completamente sovraesposte e dal forte impatto, almeno per il sottoscritto 🙂

Terminata la prima parte del giro, siamo stati ospiti del ristorante “Falso Pepe”, per una gustosa e variegatissima pausa pranzo innaffiata da un ottimo rosso che, a dire la verità, ha leggermente fiaccato le gambe del sottoscritto nel prosieguo della passeggiata, ma diciamo che questa è una considerazione puramente personale…

L’ultima sosta è stata presso i locali dell’associazione dei maestri cartapestai “Pressis Charta” che vanta una lunga tradizione nella storia del Carnevale di Massafra e nell’arte della cartapesta. Abbiamo scoperto come si realizza la cartapesta, come si saldano i telai per le varie parti delle strutture e quanto tempo ci vuole per realizzare un carro completo. Per un appassionato come me molto interessante è stato anche vedere come funziona la meccanica di uno dei personaggi del carro del prossimo Carnevale:

I ragazzi dell’associazione ci hanno fatto capire che quello del cartapestaio è un lavoro che richiede molta perizia, una bella dose di pazienza, tanto tempo e costi non da poco, tutte cose che vengono ripagate dal fatto che i carri massafresi subito dopo le sfilate in “casa” sono richiestissimi in tutta Italia.

Stanco ma soddisfatto sono quindi tornato a casa con la delegazione di Igersvalleditria (ciao Anna e ciao Stefania!) con un po’ di scatti coi quali vi lascio, non prima di aver ringraziato Rossana Turi di Igers_Taranto per la splendida giornata e tutti gli igers intervenuti.

Alla prossima!

Vendemmia delle Donne 2015: la terra, l’uva, la musica e le tradizioni

Il rito della vendemmia, il richiamo della terra, la musica tra i filari, i balli popolari. Tutto questo è stato “La Vendemmia delle Donne 2015”, evento organizzato dalle Tenute Rubino in contrada Jaddico a Brindisi che ho avuto la fortuna di poter seguire sabato 13 settembre grazie all’invito di Instagramers Valle d’Itria (grazie Benedetta e Eligia!). Chi come me ha vissuto un’infanzia nei vigneti del nonno paterno – fatta di profumi, tini pieni di uva e interminabili viaggi col camion rosso (un vecchio OM “Leoncino”) verso le cantine – non poteva non partecipare!

Aiutati da una bellissima giornata piena di sole e bei colori (subito notati dall’igers-occhio) abbiamo raggiunto la tenuta, dove alle 10:00 è andata in scena la “Vineyard Experience”: mentre una squadra di solerti donne era al lavoro tra i filari, gli ospiti hanno avuto la possibilità di cimentarsi con le forbici, partecipando alla raccolta manuale delle uve Susumaniello. Un privilegio di assoluto valore che la famiglia Rubino ha offerto per festeggiare il momento della raccolta, atteso tutto l’anno.

A mezzogiorno invece spazio al Food & Wine in un ampio prato adiacente ai vigneti, dove abbiamo degustato diverse specialità tipiche pugliesi preparate dallo staff di Numero Primo (la vinoteca di Tenute Rubino), mentre il team di cantina era a disposizione per la degustazione dei vini delle Tenute Rubino. Personalmente, tra i diversi vini provati ho apprezzato particolarmente l’ “Oltreme” Susumaniello Salento IGT, oltre al sempreverde Negroamaro.

A fine pranzo e dopo un po’ di relax nel prato, spazio all’Appia Ensemble e alla sua mistura di pizzica e canzoni popolari, che narravano di contadini, madri, pescatori e viandanti, mentre gli ospiti si lasciavano andare a passi di danza (più o meno improvvisati, a dire il vero…). In chiusura di giornata spazio al tiro alla fune, che si è sviluppato sulla distanza di 5 round. Da una parte gli igers e dall’altra il personale delle Tenute, con gli ospiti che si sono divisi tra le 2 squadre.

Dopo esser andati sotto per 0-2, è venuto fuori il nostro orgoglio: abbiamo prima pareggiato 2-2 e poi – con un ultimo colpo di reni, prima di riprendere telefoni e fotocamere – calato il defintivo 3-2. Stanchi ma soddisfatti abbiamo quindi salutato tutti, tornando nella nostra amata Valle d’Itria con una certezza: se c’è da far valere il fisico, noi igers siamo presenti!