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San Martino 2015, il Luna Park di Martina Franca visto dall’alto

L’edizione 2015 della Festa Patronale di San Martino sarà ricordata come la prima “bi-festa” di Martina Franca: bancarelle ed eventi tradizionali in centro, giostre in periferia. Dopo un’estenuante tira e molla fra Amministrazione Comunale e rappresentanti di categoria, le attrazioni sono state infatti montate per la prima volta al Pergolo, nonostante i giostrai avessero tentato fino all’ultimo di riportare auto da scontro e tagadà in Piazza d’Angiò, tentativo già fallito l’anno scorso, quando decisero in segno di protesta di non montare.

Le giostre in centro non sono più possibili: questo il mantra ripetuto anche quest’anno dall’Amministrazione comunale. Il sindaco Franco Ancona l’ha ripetuto all’infinito a tutti, anche a me mercoledì scorso, quando per Martina News l’ho intervistato al campo mentre effettuava un sopralluogo: “La collocazione delle attrazioni in pieno centro è un qualcosa di non più possibile e sostenibile. Le norme di sicurezza sono diventate via via sempre più stringenti e per il bene di tutti occorre spostarsi. Il partito dei contrari guarderà il nuovo parco giochi e condividerà il nostro percorso”.

Dai fiumi di inchiostro virtuale sui social – molti dei quali assolutamente opinabili – sabato si è finalmente passati ai fatti, col luna park che ha aperto i battenti al pubblico. Appena arrivati in zona Pergolo, ottimo il servizio di volontari e forze dell’ordine per lo smistamento del traffico, soprattutto nelle ore di punta: ovviamente tante le auto in arrivo, ma tolto qualche minuto di attesa e qualche piccolo disguido, trovare parcheggio non è stato un problema, nè sabato nè domenica. A proposito, sui social si è parlato di qualche area a pagamento (ovviamente abusiva), e in questo senso sarebbe auspicabile un maggior controllo da parte delle forze dell’ordine. I furbetti non devono esistere, punto.

Davvero apprezzabile all’interno del campo l’ordine delle attrazioni, non più costrette a brandeggiare a pochi centimetri dai balconi in pieno centro e ora stabilmente installate su un fondo sicuro, seppur polveroso (d’altronde è un campo sportivo, non Gardaland… ) . “Se andiamo là ci mandate a morire”, sostenne un giostraio l’anno scorso davanti a Palazzo Ducale, dichiarazione evidentemente contraddetta dai fatti: il Pergolo è stabile, il resto erano solo chiacchiere da oltranzisti incalliti. Se il Pergolo è poco sicuro, cosa dire dei paesini nei quali le attrazioni vengono montate nei campi incolti e con tanto di pietre per livellare il tutto?

Certo, di cose da sistemare ce ne sono (ovviamente, parliamo dell’anno zero), ma aver migliorato in corsa alcuni punti critici – come raddoppiare le navette o prorogare il termine di corsa da mezzanotte all’una – dimostra che lo spirito è quello giusto. Nessuno nasce imparato, già perfetto e con la verità in tasca. Si evolve sperimentando, e la sperimentazione conosce sia risvolti favorevoli ma anche contrari. Una cosa però è certa: se non provi, non sai. Se non sai, non puoi parlare.

Guardare dall’alto questo spettacolo, ordinato e inserito in una logica di città che vuole intraprendere un percorso di civilizzazione e svecchiamento, non fa altro che convincermi sempre di più che questo sia un viaggio di non ritorno.

La strada è già tracciata, le premesse sono ottime: il futuro del Luna Park è fuori dal centro abitato.