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#storytellme. “Note da Oscar” per la chiusura di stagione del Kennedy di Fasano

Venerdì sera si è chiusa la mia esperienza con Storytellme, dove ho raccontato per il Teatro Pubblico Pugliese la stagione teatrale del Teatro Kennedy di Fasano. Quale migliore conclusione che un viaggio scanzonato fra musica, cinema, comicità e tante risate?

Tutto questo è stato “Note da Oscar” lo spettacolo che la Rimbamband ha proposto al pubblico fasanese, accorso numeroso in sala e ringraziato dalla band a fine spettacolo per la calorosa accoglienza al terzo anno consecutivo di presenza al “Kennedy”.

E il pubblico ha gradito la geniale mistura di ottima musica dal vivo, sketch e alta interazione palco-sala che la band (Raffaello Tullo – voce, Renato Ciardo – batteria, Vittorio Bruno – contrabbasso, Nicolò Pantaleo – fiati, Francesco Pagliarulo – pianoforte) ha proposto nelle oltre 2 ore di spettacolo, che si è concluso con un simpatico gioco: il gruppo ha infatti raccolto 7 parole suggerite dalla platea e le ha mixate nelle battute di uno sketch completamente improvvisato, e che ha visto la partecipazione di una spettatrice (chiamata a interpretare i panni di una donna imprigionata e da salvare).

Ringrazio il Teatro Pubblico Pugliese (grazie Alina, grazie Roberta!) che mi ha dato la possibilità di seguire la stagione teatrale di Fasano e il personale del Teatro Kennedy che mi ha permesso una grande libertà di movimento per scattare le fotografie.

Ciao Storytellme, ci vediamo nel 2019!

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Il grande cinema, Hollywood, la Mecca dei sogni, il punto d’arrivo di una vita, il successo che ti rende immortale, il fascino della sala buia e del grande schermo. Il capobanda è un intellettuale che ama il cinema senza reclusioni di genere, da Gene Kelly a Toy Story. Il batterista è convinto si tratti di “one man show”, il suo. Il contrabbassista è in evidente stato confusionale. Il sassofonista è ossessionato dalla polka, dal tango, dalla mazurka e dal limbo. E il pianista? È docile, mansueto, timido, ma, quando vuole, sa anche essere un “leone”! Se non è la realtà che conta in un film, ma quello che l’immaginazione può fare, diceva Charlie Chaplin, preparatevi ad entrare in un grande luna park e sognare ad occhi aperti.

21 aprile. Ieri sera si è chiusa la mia esperienza con Storytellme, dove ho raccontato per il Teatro Pubblico Pugliese la stagione teatrale del Teatro Kennedy di Fasano. Quale migliore conclusione che un viaggio scanzonato fra musica, cinema, comicità e tante risate? Ciao Fasano, arrivederci e alla prossima! “Note da Oscar” | Rimbamband @rimbamband @teatropubblicopugliese @fattiditeatro ~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~ #weareinpuglia #fasano #fotografoitaliano #rimbamband #theaterphotography #teatropubblicopugliese #fattiditeatro #emozioniateatro #storytellme #shootermag #pugliaevents #volgobrindisi #igerspuglia #puglia #inpuglia365 #apulia #italian_places #gf_italy #pugliagram #italygram #huffpostitagram #shotwithlove #theuniquephotography #allwhatsbeautiful #places_wow #kings_shots #vzcomade #vzcomood #bevisuallyinspired #inspiremyinstagram

Un post condiviso da Carlo Carbotti (@hiwatt85) in data:

#storytellme: “Il berretto a sonagli” fra rivolta, chiusura e follia

“Niente ci vuole a far la pazza, creda a me! Gliel’insegno io come si fa. Basta che Lei si metta a gridare in faccia a tutti la verità. Nessuno ci crede, e tutti la prendono per pazza!” La trappola, la chiusura, la rivolta, la follia. Il tradimento, la difesa del prestigio sociale a tutti i costi, le spalle al muro.

Con Il Berretto a Sonagli Malosti ha affrontato per la prima volta Pirandello, confrontandosi con uno dei testi più popolari del grande drammaturgo siciliano, cercando di strapparlo allo stereotipo e tentando di restituire la forza eversiva originaria di quei “corpi in rivolta” posti al centro della scena che è anche labirinto: una feroce macchina/trappola. Un testo vivissimo grazie alla violenza beffarda della lingua, una sorta di musica espressionista e tragicomica, molto evidente nel testo scritto in dialetto siciliano che è alla base di un lavoro originale di drammaturgia. Una versione più dura, non ripulita del testo pirandelliano, che assume in sé elementi dialettali, per permettere di affidare agli attori una partitura più ritmica e musicale.

Teatro di Dioniso
IL BERRETTO A SONAGLI
di Luigi Pirandello / luci Francesco Dell’Elba / scene Carmelo Giammello / costumi Alessio Rosati / macchinista e direttore di scena Gennaro Cerlino / assistente alla regia Elena Serra / assistente ai costumi Michela Pagano / realizzazione costumi Laboratorio Nuvia Valestri / sarta di compagnia Aurora Damanti / parrucche Mario Audello / con il sostegno del Sistema Teatro Torino
con Daniela Marra, Valter Malosti, Paola Pace, Vito Di Bella, Paolo Giangrasso, Maria Lombardo, Roberta Crivelli
adattamento e regia VALTER MALOSTI

#storytellme: il viaggio inconsueto di “Don Chisciotte della Pignasecca”

Un viaggio inconsueto, ironico e profondo, alla ricerca di una identità posseduta e ogni volta riscoperta nell’immaginario del romantico e nobile principio del bene contro il male, combattuto ad ogni costo, a colpi di duro sarcasmo e disarmante coraggio. E’ la bizzarra impresa dell’ eroe “senza macchia e senza paura” che, fedele alla sua incontrastata passione per la lettura che lo ha indotto alla follia, si decide a rivivere di persona tutte le gesta eroiche che la letteratura gli ha suggerito. Accompagnato da Sancho, concreto e pragmatico personaggio che egli designa suo compagno di avventure, intraprende un un viaggio di passione e idealismo in cui utopia e realtà rappresentano i confini di un mondo tragico e comico al tempo stesso, grottesco, folle e appassionato.

Artisti Riuniti
Peppe Barra, Nando Paone
DON CHISCIOTTE DELLA PIGNASECCA
adattamento di Maurizio De Giovanni; musiche Patrizio Trampetti; scene e costumi Marta Crisolini Malatesta
regia ALESSANDRO MAGGI

#storytellme: “Bukurosh mio nipote” e la comicità riflessiva di Francesco Pannofino

Ormai come ogni settimana rieccomi qui per parlarvi di #storytellme, il progetto del @teatropubblicopugliese che vede me e altri storyteller alle prese con una missione: raccontarvi il teatro, ognuno con la propria chiave di lettura.

Venerdì scorso ero all’ormai solito Teatro Kennedy di Fasano, dopo aver letto un articolo di presentazione dello spettacolo di Fasanolive (link QUI) e su uno spettatore d’eccezione, cioè io 😊

E’ stato bello che qualcuno abbia parlato di me e del progetto di Storytellme, sebbene io non ne sapessi nulla (Eliana se mi stai leggendo grazie di avermi avvisato, nda) e ancora più bello è stato essere riconosciuto dal personale del teatro, che mi ha concesso libertà di movimento durante tutto lo spettacolo.

In tutto questo non vi ho ancora detto cosa sono andato a vedere… Questa volta al Kennedy è arrivato Francesco Pannofino e “Bukurosh mio nipote”, divertentissima commedia che ha visto lo stesso Pannofino nei panni di Lucio, un consigliere comunale impegnato in una estenuante campagna elettorale vissuta al fianco di Ginevra (Emanuela Rossi), chef in carriera un po’ trascurata da suo marito. Sullo sfondo Camilla, figlia 17enne alle prese con un matrimonio prematuro con un ragazzo albanese e l’ansia da prestazione su Instagram, fra outfit da mostrare e follower da guadagnare. Un’ora e mezza di risate ininterrotte e uno spaccato della famiglia moderna, fra smartphone che squillano, frenesie e problemi di ogni tipo.

Nel finale standing ovation per tutta la compagnia, con Pannofino che ha ringraziato il pubblico per la calorosa accoglienza, ricordando le sue origini sospese fra Locorotondo, Cisternino e Fasano e mostrando orgoglioso la “panza” guadagnata in giorni e giorni di pranzi a base di prodotti tipici.

Siamo proprio sicuri che per ridere bisogna per forza rivolgersi ai cinepanettoni?

Dopo lo straordinario successo de I Suoceri Albanesi con una tournèe di 200 repliche in tutta Italia, tornano gli eroi in una nuova commedia di Gianni Clementi: Lucio, consigliere comunale progressista; Ginevra, chef in carriera di cucina molecolare e la loro figlia 17enne Camilla; Corrado, Colonnello gay in pensione; Benedetta, titolare dell’erboristeria sotto casa; Igli, albanese, titolare di una piccola Ditta edile e Lushan, il suo giovane fratello. Un interno medio borghese, una famiglia che vede messa in pericolo la propria presunta stabilità ed è costretta a mettersi in gioco. Bukurosh, mio nipote vuole essere una divertita riflessione sulla nostra società, sui nostri pregiudizi, i nostri timori, le nostre contraddizioni, debolezze e piccolezze.

#storytellme: bugie e contrasti lungo la scala di “Piccoli crimini coniugali”

Rieccoci qui per un’altra puntata di #storytellme, il progetto del @teatropubblicopugliese che vede me e altri storyteller alle prese con una missione: raccontarvi il teatro in immagini e testo. Questa settimana al Teatro Kennedy di Fasano era in scena “Piccoli crimini coniugali” di Eric-Emmanuel Schmitt con adattamento e regia di Michele Placido. Un’ora e mezza di contrasti fra Gilles (interpretato dallo stesso Placido) e sua moglie Lisa (Anna Bonaiuto) vissuti lungo una scala, epicentro della scenografia e della sceneggiatura nonchè metafora della vita di coppia, sospesa fra gli alti e i bassi che inevitabilmente si susseguono dopo 15 anni di matrimonio. Ma visto che forse sono un po’ più bravo con le immagini, vi lascio alle foto che ho scattato durante la serata 🙂

Sull’altalena del matrimonio fra impercettibili slittamenti del cuore e tradimenti conclamati si consuma la vita dei due protagonisti. Un sottile, brillante gioco al massacro a due voci inventato dal drammaturgo più amato d’oltralpe. Gilles e Lisa, una coppia come tante. Da ormai quindici anni si trovano a vivere un, apparentemente, tranquillo menage familiare. Lui, scrittore di gialli, in realtà non è un grande fautore della vita a due. Lei, moglie fedele, è invece molto innamorata e timorosa di perdere il marito. Un piccolo incidente domestico, in cui Gilles, pur mantenendo intatte le proprie facoltà intellettuali, perde completamente la memoria, diventa la causa scatenante di un sottile e distruttivo gioco al massacro. Il testo di Schmitt è un veloce e dinamico confronto verbale tra i due protagonisti, un susseguirsi di battute, ora amorevoli ora feroci, ora ironiche ora taglienti, uno scontro che si genera dove una grande passione inespressa cerca un modo per sfogarsi. Il battibecco è necessario, vitale.